Queste pietre provengono dallo spazio e costituiscono il materiale extraterrestre più comune. dall’inizio della sua storia la terra è stata ed è bombardata quotidianamente da materiale extraterrestre che in molti casi riesce a superare la barriera atmosferica e quindi a raggiungere la superficie del nostro pianeta. L’1% di questo materiale è formato da frammenti sufficientemente grandi da poter essere studiati. Sull’origine delle meteoriti vi sono diverse teorie. Secondo alcuni questi corpi, che sono rimasti più o meno invariati sin dai tempi della nascita del sistema solare, si sarebbero formati per l’unione di diverse particelle più piccole; secondo altri la maggior parte delle meteoriti deriverebbe dalla disintegrazione di un corpo celeste già formato (questa ultima ipotesi e’ la più attendibile).

 

Le meteoriti sono molto diverse per origine e provenienza. Notevole è la velocità con cui una meteorite entra nell’atmosfera; la maggior parte di esse diventa incandescente formando le così dette “stelle cadenti” o meteore, termine con il quale un tempo si indicavano genericamente i fenomeni che si verificavano nell’atmosfera. Le meteoriti hanno quasi sempre forma tondeggiante, ma la forma finale è determinata dagli effetti che essa subisce a causa dell’attrito durante l’attraversamento dell’atmosfera. Esse vengono generalmente classificate, in: areoliti o sassosi o litoidi, sideroliti o sassosi-ferrosi, sideriti o ferrosi, acondriti (le più rare). All’Osservatorio sono presenti due tectiti, alcune areoliti (condriti ordinarie) e alcune sideriti. Cliccando qui è possibile accedere alla collezione delle meteoriti del Prof. Nicola Rizzi.

 

Tectiti:

formazione di vetro naturale che, in molti esemplari, mostra forme aerodinamiche causate dal passaggio nell’atmosfera durante lo stato fuso. L’origine non è conosciuta, ma è possibile che si tratti di gocce di silicati fusi fatte “schizzare” verso l’alto da un impatto meteorico. Questi frammenti sono stati scoperti in alcune zone degli Stati Uniti, in Messico, in Costa d’Avorio, in Boemia, in Indonesia, nelle Filippine, nella Cina meridionale, in Australia. In Boemia, nel bacino del fiume Moldava si trova un vero e proprio giacimento, e i frammenti trovati sono di colore verde; da qui il nome di “moldaviti” per questo tipo di meteoriti.

 

Condriti ordinarie:

le condriti devono il loro nome alla presenza di piccolissime sferule, le condrule o condri composti prevalentemente di crisotilo spesso a struttura fibroso-raggiata. Nelle condriti sono presenti composti di carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, zolfo. Esse sono rocce contenenti silicio, magnesio, ferro e alluminio e sono ulteriormente raggruppate in tre sottoclassi, indicate con le lettere H, L e LL, che indicano il contenuto di ferro. Le condriti H hanno il contenuto di ferro più elevato, il 27% del peso totale e sono chiamate condriti olivine-bronziti . Le condriti L hanno un contenuto di ferro un po’ più basso, circa il 23% del peso. Le condriti  LL  sono composte di ferro per solo il 20% del peso totale.

 

Sideriti:

rappresentano il 9% delle meteoriti viste cadere e sono costituite da zone alterne di leghe di ferro-nichelio più o meno ricche di nichelio. La suddivisione delle sideriti viene fatta in base al mescolamento della taenite, lega di ferro-nichelio con alto contenuto di nichelio e della camacite, lega con basso contenuto di nichelio. Le parti meno ricche di nichelio vengono corrose maggiormente di quelle più ricche e si formano le cosìddette figure di Widmanstatten, delineate da bande a differente lucentezza che si intersecano ad angoli diversi secondo il taglio. Le ottaedriti sono molto comuni fra le sideriti e in esse le figure di Widmastatten sono ben visibili.