La mattina del 21 giugno 2021 ore 5.50 sarà possibile osservare il sorgere del sole del solstizio parallelamente alle strade principali dell’antica città di Pompei, via delle Terme, via di Nola, Via dell’Abbondanza. Per questo evento dove si incontrano astronomia e archeologia, la direzione del Parco Archeologico di Pompei ha previsto un’apertura straordinaria con queste modalità. Entrata da Porta Marina superiore alle ore 4.45. La prenotazione è obbligatoria, con acquisto biglietto su www.ticketone.it o presso le biglietterie del sito, da venerdì a domenica (orari di sportello/9,00 -17,30), per un numero massimo di 99 persone. Costo 20 € (+ 1,50€ prevendita on-line) – Ridotto 10€ (+ 1,50€ prevendita on-line) tra i18 -25 anni e possessori Artecard. Gratuito al di sotto 18 anni. L’iniziativa è riservata a massimo 99 visitatori. I visitatori, che accederanno dal varco di ingresso agli scavi di Porta Marina Superiore e sosteranno lungo via delle Terme per osservare il fenomeno astronomico che avverrà alle 5,50. Saranno presenti professori e specialisti dell’Università della Campania per le informazioni scientifiche, e saranno fornite brochure esplicative. L’uscita è da Piazza Esedra. Questi eventi sono una prima dimostrazione delle ricerche archeo-astronomiche e archeologiche condotte negli ultimi anni dal team diretto dal Prof. Carlo Rescigno dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. L’apertura al pubblico è stata preceduta l’anno passato da verifiche sul campo da parte dei ricercatori Prof. Carlo Rescigno, dott. Michele Silani, Prof.ssa Carmela Capaldi e dott.ssa Ilaria Cristofaro.

Quest’anno si sperimenta per la prima volta l’apertura al pubblico per condividere la stessa visione dei nostri antichi predecessori, non solo romani ma italici ed etruschi, agenti fondatori di Pompei, e dunque probabili costruttori di questo allineamento solare dal carattere funzionale e rituale. Le ricerche sono state condotte prima di tutto dal punto di vista bibliografico e in seguito con verifica sul campo e attraverso ricostruzioni virtuali della volta celeste: tali indagini hanno portato ad ipotizzare con un certo grado di affidabilità che Pompei sia stata fondata seguendo principi di allineamento in base al corso apparente del sole. Il solstizio estivo, ovvero il momento estremo in cui il sole appare stare più alto nel cielo e raggiungere la posizione più estrema con punti di levata e tramonto verso settentrione, è l’apoteosi del ritmo annuale, il culmine della luce diurna: il sole sembra sostare per alcuni giorni in questa posizione prima di iniziare il suo percorso inverso e di ritorno verso Sud e, con il decrescere delle giornate, verso il buio.  Nel giorno in cui il sole traccia nel cielo la sua orbita più lunga, si potrà osservare il disco sorgere dalla punta del monte Torreone e Faitaldo, passeggiando in via di Nola o dell’Abbondanza, nell’attimo dell’alba: i raggi solari, entrando parallelamente agli assi viari grazie proprio ad un’attenta e razionale pianificazione urbana, inonderanno le strade di luce riflettendosi sulle architetture romane e sui basalti stradali. Un ciclo che si ripete continuo e sempre uguale, con una leggera variazione di solo mezzo grado, ovvero un diametro solare, rispetto a ciò che avrebbero osservato gli antichi pianificatori dell’abitato. Il ciclo delle stagioni è stato il principale fattore nella scansione dei ritmi dell’agricoltura, dell’allevamento, della pesca, delle guerre, sin dai tempi più remoti, permettendo quella naturale integrazione tra uomo e ambiente.

Il paesaggio terrestre e celeste è intrinsecamente legato alla città, all’economia e ai ruoli del potere dello spazio pubblico, non solo apparendo in lontananza come epifania della luce diurna, ma penetrando lo spazio urbano quotidiano di nuova vita e calore. Come accade in altre città di fondazione greca, etrusca e romana, l’irraggiamento del sole era considerato un elemento fondamentale nella pianificazione urbana, negoziando l’orientamento con la direzione dei venti, la morfologia del territorio, il deflusso delle acque. L’orientamento delle strade pompeiane verso il solstizio, oltre a suggerire un atto fondativo rituale, garantisce alla città di ricevere un’equilibrata insolazione durante le stagioni invernali, al contempo diminuendo il troppo calore estivo. Con questa accorta geometria, anche nel giorno più corto dell’anno, ovvero al solstizio invernale, l’ultimo raggio di sole del tramonto irradia la città nei suoi muri più freddi, quelli esposti verso nord. Forse, una simmetria decisiva per la vita dell’abitato dall’epoca arcaica fino alla romanizzazione, che riflette una simile scelta per la vicina Herculaneum.

Al contempo, la completezza del tessuto urbano cristallizzata dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. ci premette di ricostruire anche i frammenti della città arcaica, già fondata e forse tracciata nelle sue linee principali a cavallo tra la fine del VII e inizi del VI secolo a.C. Le due diagonali solstiziali, la prima che si dirama dal tempio dorico e attraversa obliquamente e in modo silenzioso la città, e la seconda tracciata dal reticolo viario, scandiscono lo spazio pubblico e privato. La temporalità dei culti svolti presso il tempio Dorico erano certamente investiti – altrettanto – dai ritmi periodici e dalla luce di questo affascinante fenomeno astronomico, ovvero la luce del solstizio: culti di cui possiamo solo immaginare credenze e azioni rituali, eppure l’orientamento del tempio può fornire elementi d’indagine importanti per ricostruzioni e ipotesi. Interagendo con le colonne doriche del tempio, in un gioco variabile di luci ed ombre, il sole ha impresso i suoi ritmi alle antiche popolazioni di questo abitato per secoli. Dallo spazio sacro più antico della città – contemporaneo con il più centrale Tempio di Apollo – possiamo immaginare una vista sul pianoro lavico da un lato, e il corso del fiume Sarno dall’altro, la cui foce ha fornito un punto di approdo portuale per gli scambi nell’intero Mediterraneo. Su questo sperone tufaceo, l’osservazione del sole sembra aver giocato, ancora una volta, un ruolo decisivo. Oggi, grazie ai metodi dell’archeologia e della ricostruzione del paesaggio celeste, è possibile ricostruire parte di quel linguaggio e di quei discorsi. LINK

Ricostruzione virtuale del cielo con Stellarium e Digital Terrain Model dei Monti Torreone e Faitaldo per simulare il sorgere effettivo del sole all’alba del solstizio estivo visto da Pompei. 21 giugno 2020. Ore 5.50.

Sole all’alba del solstizio estivo in allineamento con Via dell’Abbondanza. 21 giugno 2020. Ore 5.50.

Tempio di Iside (fine del II sec. a.C.) illuminato dalla luce del sole all’alba del solstizio estivo, 21 giugno 2020.

Vista dei Monti Lattari dal podio del Tempio di Apollo, Pompei.

Sole all’alba del solstizio estivo visto da Via di Nola, 21 giugno 2020. Ore 5.50.

Stazione totale Leica usata per il rilevamento topografico, posizionato all’incrocio tra Via dell’Abbondanza e Via Stabiana, alle prime luce dell’alba del solstizio estivo, 21 giugno 2020.

Altare del Tempio di Apollo di età sillana (80 a.C. circa), Pompei.

Orologio solare del Tempio di Apollo di età augustea, Pompei.